Intesa tra Regione Toscana, sindacati e imprese sulla pelletteria, alleanza sui controlli.

FIRENZE – Si è svolta martedì 23 dicembre, a Firenze la conferenza per l’approvazione del protocollo d’intesa per la qualificazione della pelletteria toscana. Teatro dell’incontro la sede della regione Toscana, palazzo Strozzi Sacrati. Il presidente Enrico Rossi ha firmato il documento insieme ai rappresentanti di Confindustria, Cna e sindacati. Il tutto all’indomani dell’inchiesta giornalistica che proprio sul settore pelletteria toscana ha alzato un polverone. Il servizio del programma «Report», andato in onda sulla Rai domenica scorsa 21 dicembre, ha mandando su tutte le furie Rossi e la maison Gucci, il grande accusato.

NOVITÀ Il nuovo documento impegna le imprese ed i sindacati a garantire un controllo sulla filiera: si punta alla effettiva tracciabilità. Rossi snocciola dati sull’importanza della pelle in Toscana: rappresenta il 12 per cento delle esportazioni toscane, ha avuto un incremento del 30 per cento dal 2011 ad oggi e crea posti di lavoro. Segue il lancio dello slogan: «Toscana prima regione della moda etica», prendendo in prestito «l’espressione dell’Onu che vuole dire combattere gli abusi, il lavoro nero, l’illegalità e l’evasione fiscale». L’elemento di novità, spiega Confindustria, sta nel fatto che «per la prima volta si coinvolgono le imprese, si parla con le aziende per l’emersione dell’illegale» e non solo. La regione interviene come soggetto terzo per effettuare il controllo. «I controlli esistono di già», puntualizza Rossi, «; c’è la certificazione sociale SA8000 che prevede che l’azienda che deve certificare dia garanzie sul primo fornitore. Il protocollo si impegna ad estendere la certificazione. Si introduce un elemento terzo, la regione, che si deve occupare del monitoraggio della certificazione».

AZIENDE Lo stesso Rossi fa l’elenco delle imprese che hanno dato la loro disponibilità ad aderire all’iniziativa. Si tratta di Gucci, Ferragamo e Fendi. Sono stati avviati contatti con Prada, Montblanc e Bulgari. L’adesione resta su base volontaria. La Cgil parla tramite il suo rappresentante: «La tracciabilità implica la responsabilità del capofila rispetto alla catena sottostante. Emerge una difficoltà quando si è di fronte a strumenti messi in piedi da un soggetto autoreferenziale. Il protocollo introduce un ulteriore soggetto, che garantisce il controllo al controllo ed introduce un elemento di terzietà».

Di Niccolò Di Pietro su Firenzepost.it

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