Bene l’export del made in Tuscany. Ma nel secondo trimestre rallenta la corsa.

Gli imprenditori orafi di Arezzo lo avevano annunciato da mesi: «Il secondo trimestre dell’anno non potrà ripetere i risultati del primo». Troppi i disordini geopolitici in Medio Oriente e in Nord Africa, aree di tradizionale sbocco dei gioielli aretini; preoccupante il blocco delle commesse in arrivo da Dubai, da cui passa il 40% dei flussi mondiali di oro.

A certificare la frenata arriva ora il Monitor dei distretti di IntesaSanpaolo, che indica l’export dei distretti toscani in crescita del 4% nel secondo trimestre 2014, con un rallentamento (era stato +7,6% nel primo trimestre) imputabile interamente al ripiegamento delle esportazioni di gioielli del distretto di Arezzo verso gli Emirati Arabi, frutto «del fisiologico calo della domanda mondiale dai picchi del secondo trimestre 2013 e dell’ulteriore decremento dei prezzi internazionali dell’oro».
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Oro a parte, il made in Tuscany, secondo l’uffici studi del gruppo bancario, continua a beneficiare dell’effetto positivo della domanda mondiale di beni del sistema moda di alta gamma, che traina i distretti della filiera del tessile-abbigliamento (Arezzo, Prato, Empoli) e, soprattutto, della pelletteria e calzature (Firenze, Arezzo, Lucca, Lamporecchio). La performance migliore è quella del distretto aretino della pelletteria e calzature, che segna +32,5%, ma continua la corsa (+11,9%) anche il distretto della pelletteria e calzature di Firenze, ormai diventato uno dei motori dell’export toscano. Conferma i segnali di miglioramento anche il tessile-abbigliamento di Prato (+10,2%), e mantengono buoni ritmi il distretto del marmo di Carrara (+5,4% grazie ai risultati positivi in Cina, Emirati Arabi e Regno Unito) e la carta di Lucca (+6,1%). La vera sorpresa (già affiorata nel primo trimestre dell’anno) è il polo farmaceutico toscano, protagonista di una crescita senza precedenti negli anni alle spalle, che somma al -4,9% del primo trimestre il -1% del secondo, a causa, segnala IntesaSanpaolo, della contrazione del mercato tedesco e inglese. Le tensioni geo-politiche con la Russia e l’Ucraina non hanno, invece, inciso in modo particolare sull’export distrettuale toscano perché il peso di questi due paesi è decisamente inferiore rispetto ad altre regioni e all’Italia.

«Le prospettive per la seconda parte dell’anno rimangono aperte», afferma l’ufficio studi. «A fronte di uno scenario internazionale di crescita moderata, il rientro delle quotazioni dell’euro dai livelli di massimo raggiunti nei mesi scorsi potrebbe portare un sostegno alle vendite estere nell’ultimo scorcio dell’anno».

Di Silvia Pieraccini
Fonte: Il Sole 24 Ore

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